– Senti, ma mia figlia quando può venire a fare lezione?
– Guarda, al momento è un po’ difficile, perché sono via tutti i giorni per tutto il giorno…
– Vabbè, e la domenica?
La domenica me la tengo apposta per mandarti a fanculo.
– Senti, ma mia figlia quando può venire a fare lezione?
– Guarda, al momento è un po’ difficile, perché sono via tutti i giorni per tutto il giorno…
– Vabbè, e la domenica?
La domenica me la tengo apposta per mandarti a fanculo.
Ieri al lavoro m’ero portato il pranzo. Solo che la vaschettina non era chiusa bene, o forse l’ho solo sballottolata un po’ troppo… insomma, c’è stato uno tsunami di salsa di soia nel mio zainetto. Allora oggi ho deciso di portare solo della frutta e mentre sistemavo le arance e le mele nello zainetto, pensavo a quanto sarebbe buffo se mai dovesse rompersi lo zainetto e cadesse tutta ‘sta frutta tipo cornucopia.
C’è una persona che mi sta potentemente sulle palle antipatica. Ci sono un’infinità di motivi, uno è che è una persona che si lamenta sempre ma in realtà avrebbe ben poco di cui lamentarsi, un altro è che è nata lecchina e non perde occasione per dimostrarlo. Insomma, stanotte ho sognato che dicevo a questa persona tutto, ma proprio tutto quello che penso di lei. E nel sogno alla fine questa cosa sembrava un po’ imbarazzante, ma poi quando mi son svegliata mi sentivo più leggera. Quindi magari non sarebbe una cattiva idea, farlo davvero.
Ucciderò la vecchietta che abita in me, lo giuro. Così non penserò più, mai mai mai mai più cose del tipo “Ah, mi è saltata la lezione, posso fare il cambio dell’armadio”.
Io ho voluto fare la sborona, ieri sera, però adesso c’ho le occhiaie che sembra che m’hanno pestata. Allora siccome dobbiamo andare fuori, devo decidere se vederci e mettere gli occhiali da vista, o soccombere al destino da cieca di Sorrento ma mettere gli occhiali da sole ed evitare che qualcuno pensi che il capitano mi mena.
Nota: Al paesello, il nome Amleto non esiste. Se uno si chiama così, in automatico diventa Ambleto. E quindi i dilemmi si adeguano.
L’essere umano mente. Mente per tirarsi fuori dai guai, mente per sfuggire ai sensi di colpa, mente per ottenere qualcosa… mente e basta, per il gusto di farlo. E tutti, almeno una volta lo hanno fatto. Di bugie universali ce ne sono tante, che feriscono e fanno male. In una classifica ideale delle bugie, forse sono tre quelle che tutti hanno detto o diranno, prima o poi.
Ti svegli con un mal di testa epico. Con gli occhi ancora chiusi ti assale un vago senso di colpa. I neuroni ingurgitano un caffè al volo prima di tornare operativi. Non berrò mai più è il primo pensiero sensato che riesci ad articolare. Il secondo pensiero è no, wait, mica ho bevuto ieri. Allora capisci che la roba che ti tiene la testa stretta tipo mossa di wrestling è l’umidità malvagia della palude e pensi che forse era meglio pentirsi di una ciucca.
Ti assalgono, a volte, dei ricordi. Ricordi dolcissimi. Ricordi che ti fanno contorcere lo stomaco e morire di nostalgia, perché sai che non torneranno. Tipo lo gnocco fritto col culatello affettato fresco che hai mangiato in Emilia. E tu sei tristemente a dieta.
Gli ultimi due giorni sono stati così di cacca, che mi ero quasi convinta che per qualche motivo strano durassero più di ventiquattro ore. E la parte peggiore è che di queste ventiquattro ore allungate, quelle passate a dormire sono state un numero estremamente piccolo.
Studentella 1
– Prof, ma lei parla benissimo inglese! Come ha fatto?
– Ho studiato, ho studiato tanto.
E ascoltato un sacco di musica rock di dubbio gusto quando avevo un paio d’anni più di te. Ma questo non c’è bisogno che tu lo sappia, cara bambina.
Studentello 2. Un gigante in piena bomba ormonale, coi capelli così.
– Prof, ma come si dice gattino in inglese?
Apri un sito e guadagna con Altervista - Disclaimer - Segnala abuso - Privacy Policy - Personalizza tracciamento pubblicitario