Tag Archives: bambini

Scimmie

Scimmie

Decidiamo di andare a mangiare fuori senza prenotare. Questo significa solo una cosa: aspettare e aspettare molto. A me può pure stare bene, ma.
Uno, se ho fame la mia sopportazione (che già normalmente è a livelli minimi) si abbassa moltissimo.
Due, è festa e quindi lo zoo è qui. Passi la tipa su tacco mille e profumo che stende le zanzare. Passi il tizio che non ha compreso bene la differenza tra spiaggia e ristorante sulla spiaggia e te lo ritrovi a petto nudo e ascella libera che ti alita nel prosecco dell’aperitivo. Ma i ragazzini, no. Ecco, io ve lo dico di tutto cuore: voi e ‘sti mostriciattoli urlanti e puzzosi, avete rotto il cazzo. Perché mi dispiace, ma lo sgabello su cui io mi ci siedo coi vestiti puliti, non va bene per poggiarci zampette sporche di sabbia. Perché se cerco di avere una conversazione normale, non posso avere nell’orecchio millemila decibel di Cosimino che urla perché vuole il gelato mentre voi aprite Instagram e pubblicate la sua foto con l’hashtag #cosiminoalmare. Io in mare ci lancio voi, Cosimino e il telefono. capiamoci. I vostri figli sono orribili e voi di più. Siamo abbastanza. Guardate la tivvù, fate sport o andate a fare una passeggiata. Ma se proprio proprio dovete fare ‘sti mostriciattoli, siate almeno consapevoli che non è necessario imporli al resto del mondo. O non meravigliatevi se noi gente normale, mandiamo dove meritate voi e loro.

Le gioie della maternità

Le gioie della maternità

No, ecco, prima di dire qualunque cosa, terrei a specificare che odio i bambini come al solito. È un puro caso che stia a raccontarvi queste cose. Però, insomma, cioè penso che è normale pensare delle cose. Non ne voglio figli, tranquilli, son sempre io. Solo che siccome c’ho il bombardamento da tutte le persone intorno a me, mi chiedevo se pure io diventerei una di quelle mamme che c’hanno i figli più orrendi del mondo e non fanno altro che postare foto sul feisbuc dicendo quanto son carini. Perché io quando vedo certe foto mi parte la gemella malvagia e vorrei tanto chiedergli di non imporci il supplizio alla vista, ecco.

Francesismi

Francesismi

Ora, chiamatemi mostro, dite che sono insensibile, che ho un sasso al posto del cuore. Non me ne frega niente. A me questo bambino che piange in continuazione mi ha davvero, tanto, ma tanto tanto tanto, rotto i coglioni. Non me ne frega un cazzo se sa mettendo i denti, se c’ha le coliche, se è stressato dai genitori del cazzo che c’ha. So solo che mi rotto i coglioni.

Pestalo, pestalo!

Pestalo, pestalo!

Cioè, non è che c’ho bisogno di dirlo sempre, tanto si sa che i ragazzini non mi piacciono. Però m’è venuto in mente (anche perché m’è capitato di vedere una foto) una sera che s’era a cena e c’era ‘sto ragazzino che è veramente la cosa più orribile che io abbia mai visto. Non perché è brutto, ma perché è un ragazzino talmente odioso, viziato e lamentosamente rompicoglioni che io quella sera è stata la sera che ho desiderato avere un figlio io per insegnargli a pestarlo.

Benvenuti al cirque du soleil

Benvenuti al cirque du soleil

Ora, nel caso in cui ancora non fosse chiaro, a me i bambini non mi piacciono. Tuttavia, ho imparato a mie spese che la vita è bizzarra, sicché, se per un fortuito caso io dovessi aver mai dei figli, spero tanto che non siano femmine. Mica per niente, semplicemente per non dovergli spiegare com’è che si fa gli acrobati in un bagno pubblico di dubbia pulizia.

Principio sì giolivo…

Principio sì giolivo…

Ecco, siccome ieri dovevo presentare ‘sto spettacolo, allora ho pensato, vabbè, vado a farmi sistemare i capelli. Ché io non mi piace andare dal parrucchiere, specie se non è nemmeno il mio e devo andare da quello dietro casa che non mi sta simpatico. Però, insomma, c’avevo fretta, non potevo star lì a far troppe storie, sicché son andata là. Che avrei dovuto capirlo subito, che non era aria, visto che l’unico posto per sedersi ed aspettare era su un divanetto accanto a un ragazzino ciccione, ma di quelli ciccioni con la faccia antipatica dei bambini ciccioni e malvagi dei telefilm americani. Infatti. Prendo una rivista e il ragazzino inizia a sbirciarci dentro mentre la leggo. Poi inizia a sentire le voci, una musica nella testa, diosolosacosa e parte con dei colpi ritmici sul bracciolo del divanetto. Solo che siccome il bambino è in realtà Moby Dick, ogni colpo ha sul divano una potenza tipo del secondo grado della scala Mercalli. Io continuo a leggere la rivista ripetendo un mantra per non ucciderlo, ma il bambino non è ancora contento. Tira fuori un telefonino da 400€, che io solo per quello l’avrei picchiato, ed è un telefonino di quelli con la musica dentro, sicché Moby inizia a spararmi nell’orecchio una inquietante roba hip hop, sempre marcando il ritmo sul divano, che io ormai c’avevo il mal di mare. Alla fine, la salvezza sua è stata che s’è liberato un altro divanetto e io ci son scappata su. Inutile dirvi che con una premessa del genere, alla fine, non ho nemmeno fatto la piega. Ma questa è un’altra storia.