Questa mattina, insomma, ero un po’ nervosa. Poi quando son arrivata là dove dovevo andare mi sono tranquillizzata, ché ho visto che sarà abbastanza gestibile come situazione. L’unica cosa che veramente mi preoccupa è il fatto che il bar è un po’ lontano e sopravvivere col caffè della macchinetta non sarà facile.
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Se qualcuno mi cerca sono in camera mia
Sicché, dopo il traumatico nonché inutilissimo risveglio di oggi, che ha visto la sottoscritta imprecare nell’ordine contro: a) chi ha inventato la sveglia dei telefoni nokia; b) l’universo mondo; c) quelli dell’ufficio dove dovevo andare (imprecazione ripetuta, riveduta, ampliata e corretta trenta minuti dopo); d) il vino di ieri sera ed altre varie ed eventuali che non sto qui ad elencare sennò non finiamo più, il piano della giornata è questo: vegetare a casa al fresco, bere svariati caffè prima di pranzo, pranzare e poi siesta siesta siesta. Se qualcuno mi cerca sono in camera mia.
Lode al caffè
Quando mi sveglio certe mattine che non c’è nessuno in casa, certe mattine fortunate, ecco, io penso che poi la giornata non potrà poi essere così orrenda se è cominciata che ho potuto avere una caffettiera (o forse due) intera tutta per me.
Compromessi
Mentre meditavo su come conciliare la ferrea incrollabile volontà di restare in pigiama ad oltranza con la tristissima verità che le sigarette stanno per finire, è arrivato un messaggetto-caffè, sicché ho trovato il compromesso: mi libero del pigiama il tempo necessario al suddetto caffè nonché all’acquisto, abbondante, di sigarette e poi torno a casa e ripiombo nello zozzume weekendero. Mi sembra equo, no?
Salviamo la tradizione
Ora, non è che solo perché s’ha il vestitino nuovo si perdono le care vecchie abitudini, eh. E’ domenica mattina e io ho bisogno di molto, molto caffè.