C’è una persona, al lavoro, che mi è piaciuta dal primo momento in cui l’ho vista. Ha una gentilezza e una sensibilità che toccano il cuore. È una persona che si fa domande, autocritica, e parla senza alzare mai la voce. L’altro giorno chiacchieravamo e io ho detto che l’aula dove facevo lezione quel giorno è quella che mi piace di più perché c’è il distributore dell’acqua e così posso risparmiarmi il peso (anche) della bottiglia nello zainetto. Ieri ho scoperto che ha preso su un boccione dell’acqua e me l’ha portato personalmente in un’altra delle aule, dove non c’era. E quando ho ringraziato ho fatto una gran fatica a trattenere i rubinetti. Quelli del mio boccione personale, intendo.
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Piani (flamenchi) per l’anno nuovo
Bah, s’ambisce al meglio, no? Però stavo guardando uno zapateao de la Eva e, gente, io darei tutto per riuscire a far così.
Mai dire mai (ringraziamenti)
Un po’ è vero che son nervosa e triste in questi giorni. Il perché lo sapete, quindi non ci ritorno. Però, in tutta la cacca in cui mi sembra d’affogare, ci son anche delle cose belle. E c’è una persona che io devo ringraziare, che non lo so nemmeno quanto spesso ci passa da queste parti qui. Devo ringraziarla, questa persona, perché è una persona perbene, e ce ne son pochine, persone perbene. È una persona seria, ed è una persona che crede tanto in me. E siccome io credo molto in questa persona, con una stima come fosse un fratellone, ho accettato solo perché mi è stato chiesto da lui, di fare una cosa che avevo giurato non avrei fatto più, anche se è la cosa che più al mondo mi piace. Con i piedi per terra e la rabbia nel cuore e nella penna, la rabbia quella che da carica. E siamo in guerra, baby. (Grazie capo)
Pubblicità progresso
Io, ecco, insomma, da oggi mi trovate pure qui, ecco.
Santiago
L’altra sera, con la Mari, abbiamo parlato di Santiago. È bellissima, le ho detto io. Perché, ha detto lei. Già, perché. E a me, tutto quello che mi viene in mente quando penso a Santiago è l’energia forte e bellissima che mi girava intorno, la spiritualità che non ha nulla a che fare con la religione, è quella forza che ti viene dalle persone, dalla città stessa, dalla terra, dal verde intorno. Ecco perché è bellissima Santiago.
Cose che cambiano
No, è che fino a stamattina c’avevo un fratello normale, adesso c’ho un avvocato.
Tre centimetri…
…tanto misura il fagiolino che nasce a dicembre. La qui presente zia è molto lieta di presentarvelo in tutto il suo splendore.
Say good bye to teen age
La bionda si sposa. La bionda avrà pure un bambino. Me lo diceva ieri tutta giubilante mentre io cercavo un posto in cui accasciarmi per lo shock. La bionda è quella che a quindici anni abbiamo deciso di far San Lorenzo a bere noi due in casa ed è finita che con una bottiglia di brachetto ci siamo prese una sbronza vergognosa. La bionda è quella che prendevamo la vespetta di nascosto perché non potevamo uscirci di sera. La bionda è quella che “Ci, mi sono innamorata”. La bionda è la mia memoria, l’alter ego che ha vissuto non con me, ma ha diviso la vita e i ricordi, un altro pezzettino di questa ragazza incasinata, quello razionale, quello che mette a posto la testa. E siamo adulte, sembra.
Zuccherini
È che a volte la vita tratta male e poi lancia uno zuccherino, così, per contentarci un po’. Ed allora succede che la Sara ti butta lì una roba come “a settembre andiamo a Sevilla a fare uno stage flamenco”. E a me mi si illumina il mondo. Ché io lo dico sempre, vi do pure Albe, ma il flamenco non si tocca.
Il karma e la Spagna
L’altro giorno, a Roma, un ragazzetto turista spagnolo mi si è avvicinato e m’ha chiesto da accendere. Siccome c’aveva la faccia simpatica, gli ho regalato l’accendino. Mia cugina, che era con me, ha detto ma perché? Il perché è presto detto, perché ogni tanto bisogna riequilibrarlo il karma. Io ci son stata dodici giorni laggiù e me la son passata daddio e le persone m’hanno trattata daddio. Il tizio dell’ostello, a Sevilla, solo per aver detto che mi piaceva la corrida, è arrivato il giorno dopo con il calendario della temporada con tanto di prezzi e con la corrida di Uceda Leal ben evidenziata. A Granada un gruppo di ragazzi random con cui si parlava in un bar m’ha portata in giro per una sera intera come fossimo amici da vent’anni, a Sevilla la gente del bar dove andavo a ubriacarmi m’ha fatto una festa d’addio l’ultima sera che ero lì. A Málaga son riuscita a stare a un metro da uno dei toreri più importanti di Spagna. Bisogna curarlo, il karma, questo è.