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Sweet sixteen

Sweet sixteen

Mi trovo a lavorare nel mio vecchio liceo. I miei ragazzi hanno sedici anni, ed è un bel cambiamento, quando sei abituata ai nanetti urlanti delle medie. Cioè, il cambiamento è bello fino a quando non realizzi che potrebbero essere tuoi figli e che se fossero tuoi figli, non li avresti nemmeno avuti così giovane. Forse è ora di iniziare a barare sull’età. Buongiorno, mi chiamo Serena e voglio avere trent’anni per sempre.

 

Maggiolino

Maggiolino

C’è una persona che proprio non mi piace. Non m’ha fatto nulla di strano, si comporta sempre in maniera gentile, ma non mi piace. Per dirla alla fricchettona, ha un’energia negativa. E allora l’altro giorno, un maggiolino avventuroso mi si era posato addosso ed aveva finito per venire con me. Poi s’era messo a esplorare la stanza. Attenzione, ho detto quando sono arrivate delle altre persone e pure quella lì, c’è un maggiolino che passeggia qua e là. E questa persona ha detto che schifo! Io ho fatto finta di non sentire, ma quando è andata via, il maggiolino era spiaccicato per terra.

Arrivederci, pelo

Arrivederci, pelo

Il saggio gattone di questa casa ieri ci ha lasciati. È andato nel paradiso dei gatti, a giocare di nuovo con Princesa e i suoi fratelli, nel posto dove ci sono crocchi e pesciolini a volontà. Qui è rimasta la sua cesta vuota e l’eco del suo motorino delle fusa sempre acceso. Ciao, Belushi, oggi c’è il sole e sarà strano e triste non vederti accoccolato sulla poltrona del terrazzo.

Turpi manovre

Turpi manovre

Oggi sarebbe la giornata mondiale senza la dieta. Qualcuno deve averlo fatto sapere al capitano, che mi vagheggia, per la cena, di fiori di zucchina fritti. Io, ignara di queste turpi manovre di boicottaggio, avevo acceso un mutuo dal fruttarolo ed ero tornata a casa con tonnellate di verdure destinate all’infame destino d’essere lessate.

Carestia

Carestia

Ho molto rimandato, ma dopo essere giunta all’amara conclusione che non posso presentarmi al matrimonio di fratello vestita con un tendone da circo, o correre il rischio che il mio vestito venga utilizzato come gazebo per il taglio della torta, da ieri sono a dieta. Il capitano, ovviamente, mi dà tutto il suo supporto. Tipo ieri sera io lo guardavo con la faccia da Oliver Twist e lui mangiava lardo e salame di cinghiale prima di bere un cicchetto di Jack Daniel’s per digerire, mentre io ormai avevo gli occhi a forma di stomaco. Il mio pranzo di oggi sono stati ben tre cetrioli. Se non dovessi scrivere più, saprete che sono morta di fame e carestia.

Salento caput mundi

Salento caput mundi

Mi è capitato tempo fa, in una traduzione, di trovare la frase “prodotto nel Salento”. Ho avuto molte difficoltà a tradurla, perché si trattava di spiegare a chi ha commissionato la traduzione (che andrà in tutto il mondo) che il Salento non è il centro del mondo, ma il buco del culo del mondo. Che se io parlo con una persona a Stoccolma, a Tokyo, a Sydney e dico che sono di Lecce, mi guarderà allibita come se stessi dicendo che sono nata nel fondo di un lago. Che chiamarla “la terra più bella che c’è” significa non aver mai messo il naso fuori dalla provincia e che sugli occhi ci sono due fettone di prosciutto belle spesse. Che negli anni passati abbiamo avuto l’oro tra le mani, ma al turismo bello, che porta ricchezza vera e durevole, abbiamo preferito i pochi maledetti e subito dei gruppi di barbari provenienti dalle peggiori province d’Italia che affollano case vacanza e spiagge e abbiamo fatto fuggire con prezzi balordi e servizi scadenti e offensivi famiglie e gente con un minimo di civiltà. Che le persone che oggi si strappano i capelli per la xylella, ieri hanno venduto a due lire i vigneti e domani venderebbero pure gli ulivi se il nuovo business fosse la cicoria. Alla fine ho pensato che forse era meglio tradurre letteralmente.