Così, eh, come considerazione personale, eh. Ma se invece che fare ‘sto ponte sullo stretto che tanto son millenni che in barca ci s’arriva uguale, cioè, magari ‘sti dindini li spendete per ricostruire le case della povera gente che gli è crollato il mondo in una notte d’aprile? Vabbè che ci sta pensando Superman, ma un minimo di buon senso, no?
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Nicotine addicted
Stasera, dopo esser stata ad innervosirmi al computer per un sacco di tempo, ho deciso che era ora di uscire a fare un giro ed innervosirmi per il traffico. Allora sono uscita e mi son accorta che avevo poche sigarette. Mi fermo al tabaccaio, faccio per attraversare la strada e un demente in motorino per poco non mi faceva secca. Ma davvero, eh. Gli ho gridato “IDIOTA!” talmente forte che pensavo si fermasse a fare a botte. Ci ho sperato, per un attimo, ma poi il demente ha proseguito. Sicché, quando son entrata a comprare le sigarette ero tutta mogia e il tabaccaio avrà pensato che era l’astinenza da nicotina.
E mò so’ ca…
Avremmo potuto litigare per parecchi motivi. Magari perché sei un deficiente che crede di essere il dono di dio per le donne quando sei solo un nanerottolo coi capelli improbabili. Perché sei un montato maleducato, non necessariamente in quest’ordine. Perché non mi piaci nemmeno un po’. Hai scelto di parlare male della Brera, ora son cazzi tuoi.
Idiota del giorno
Ora, è chiaro che qualche idiota lo conosciamo tutti. Personalmente ne conosco diversi, ma oggi la palma va a questo tizio che conosco a malapena e che arriva e mi da una pacca fortissima sulla spalla. Caro idiota, sono la tua sorellina? Il tuo amico del calcetto? L’amichetto di bevute? Non credo, quindi tieni le tue fottute, fottutisime mani lontane da me, se non vuoi che la mia spalla sia l’ultima cosa che toccano.
Ci pensa la vita…
C’avevo pronta un’invettiva ben farcita di parolacce per lo stronzo col SUV grigio targato Milano che m’ha fatto il contropelo mentre tornavo a casa e quasi m’ammazzava, il coglione. Poi ho pensato che prima o poi dovrà tornare a Milano, mentre io resterò qui a godermi il mare, ed allora ho pensato che per questa volta, più che le mie macumbe ci pensa la vita a punirlo.
Tu chiamale se vuoi convinzioni
Mi dicevano di questo tipo, che nel suo lavoro è molto bravo. Io però, lo conosco da un sacco di tempo e tutto quello che mi viene in mente, quando lo vedo è “mioddio che coglione”.
La mamma dei fessi è sempre incinta
L’anno scorso ho conosciuto un tizio che con tutto il candore del mondo, ha detto: nessuno mi pubblicava il libro ed allora io mi son fatto la mia casa editrice. A me era sembrato un po’ triste. Almeno fino a quando non ho pensato a quest’altro inutilissimo tizio, che nessuno voleva a scrivere, nemmeno nel giornaletto dell’oratorio ed allora s’è fatto un suo (pessimo) giornale. Dove scrive solo lui e per far vedere che c’è una redazione, fa cose tipo pubblicare gli articoli coi nomi degli addetti stampa che gli mandano i comunicati. Non solo. Tale e tanta è la sua perizia nel settore, che non sa nemmeno usare l’internet. Voglio dire, chiunque usi internet per qualcosa che non sia solo guardare i filmati porno sa, per esempio, che se manda una email a più persone che non si conoscono tra loro, gli indirizzi, magari, si nascondono. Lui, ovviamente, non lo sa. Ed allora il mio indirizzo, che aveva perché anche io gli ho mandato dei comunicati stampa, è finito nel mucchio in improbabili email pubblicitarie che questo idiota si diverte a mandare. Ed a me, che per la privacy sono inglese, questa cosa ha dato tanto, ma tanto, fastidio (mi mantengo gentile). Quello che invece mi ha proprio dato sulle palle (e qui la gentilezza che si fotta) è che questo inutile ed incapacissimo demente, abbia usato il mio indirizzo email di lavoro per cercarmi su facebook, non trovarmi, visto che uso un altro indirizzo, e mandarmi un invito ad iscrivermi e diventare sua amica. Ed a me, che son carogna, verrebbe tanta, ma tanta voglia di giocargli un bel tiretto mancino.
La Smart te la taglio con un grissino
Io, degli automobilisti, quelli che odio proprio di più, son quelli coi SUV e quelli con le Smart. Quelli coi SUV si dividono in due categorie: zoccole leopardate che non dovrebbero essere autorizzate a guidare nemmeno una bici con le rotelle e sbruffoncelli col pisello sicuramente piccolissimo e prepotenza tipica da sfigati. Quelli coi SUV, di solito, nemmeno ti vedono. Se ti vedono non gliene può fregare comunque una cippa, tanto loro, almeno in quel caso, sono più grossi e te sei una zanzara. Se ti prendono e ti spiaccicano tipo scarrafone sull’asfalto, la colpa è tua che eri per strada. Quelli con la Smart invece (solitamente zoccoletta bionda di default al telefonino o pischello coglione coi capelli da cantante neomelodico napoletano e occhiali da sole grandi quanto la mia testa) li odio per il motivo opposto. Siccome gli hanno detto che con la Smart possono infilarsi dappertutto, allora il codice della strada per loro vale quanto per un bambino col triciclo. Che per quanto mi riguarda, se si sfasciassero con quella scatoletta di tonno contro un palo, mi fregherebbe ben poco. Se si sfasciano addosso a me in motorino, che anche a quaranta all’ora non è che posso far delle frenate improbabili per evitarli, beh, mi frega un po’ di più. Tienilo presente, zoccoletta che per poco non mi falciavi.
La realtà che supera la fantasia
Per un po’ di tempo c’era questa leggenducola metropolitana nota solo ai frequentatori di questo e altri giardini, nonché della sottoscritta giardiniera, secondo la quale io deridevo con dei raccontucoli chi aveva avuto la brillante idea di uscire con me e comportarsi male. Ora, questo è vero solo in parte. Solo in parte perché non sempre erano usciti con me, a volte erano usciti con qualche mia amica e io poi avevo riciclato la storia mettendoci il carrico da undici. Tra tutti questi bei tomi, però, ce n’era uno con cui c’ero proprio uscita io sul serio, ed era tra quelli che avevo deriso con gran gusto perché, dopo essersi ubriacato con un bicchiere sciacquato col mojito, si era comportato in maniera così idiota che deriderlo era assolutamente obbligatorio. Non solo. Si era davvero comportato in maniera talmente stupida, che l’amichetta, a sentir la storia, s’era fatta delle grasse risate e aveva riciclato lei, la storia, mettendoci il carrico da undici. Proprio ieri, però, mi capita di incontrare delle persone che questo tizio qui lo conoscon bene e mi raccontano su di lui delle cose, che non solo l’amichetta senza conoscerlo ha inquadrato il personaggio in maniera divina, ma potevamo anche non scriverci niente, né infierire, ché davvero questo qui è uno di quelli che saranno chi saranno, ma sfigati rimangono.
La vendetta è deliziosa
L’amichetta mia, l’altro giorno, doveva scrivere una roba. Ed allora io ho detto, facciamo così, io ti racconto una storia te poi fai come vuoi. Ed allora le ho raccontato la storia di un fessacchiotto che conosco, uno che voleva far lo splendido ed ha finito col fare una grossa grossa grossa figuraccia. Ed all’amichetta le è piaciuta questa storia ed ha scritto quella roba che doveva scrivere. Che gente, l’ha scritta daddio, gente, che lui ne veniva fuori mica bene, e io già ci sguazzavo in questa roba. Poi è successo che questa storia l’ha letta dove doveva leggerla ed alle persone lì questa storia è piaciuta. Ed io son contentissima per l’amichetta mia, ché lo so, io che l’amichetta mia è brava. Ma poi devo dirlo, son tanto contenta che quel tizio lì c’ha fatto una mega figuraccia che adesso lo sanno un sacco di persone quanto sfigato è.