Sono andata a fare la spesa per la cena della vigilia. Ero la prima alla cassa. Ho pagato, messo a posto la spesa e ricontrollato la lista. Non ho dimenticato nulla. Sono tornata a casa e ho trovato parcheggio nello stesso posto che avevo lasciato quando ero uscita, praticamente sotto casa. Adesso sono terrorizzata, perché ho una bolletta da pagare e temo che il karma stia ridacchiando sotto i baffi cercando di convincermi a farlo in posta.
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Terra rotonda
Una volta, al mio parlare di karma, un’amica mi ha chiesto se fossi buddista. No, le ho detto. Penso semplicemente che siccome la terra è rotonda, in un modo o nell’altro quel che facciamo poi torna indietro. A volte dopo un gran giro, a volte svolta appena l’angolo e ci aspetta lì, però torna. C’è una persona che nel passato mi ha fatto un gran bene. Lei nemmeno lo sa, perché tutto quello che ha fatto è stato comportarsi con me con semplicità e affetto. Per i giri bizzarri del karma, posso restituire quel gran bene. Ed è proprio bello, poterlo fare.
Io penso positivo
Ieri ci son rimasta molto male per una roba. Una roba che ancora ci penso e mi dispiace pure oggi. E la cosa che mi fa arrabbiare, è che questa roba è successa in un periodo in cui sto cercando di vivere pensando positivo e questo rimanerci male, puzza di cattivo karma.
Ci pensa la vita…
C’avevo pronta un’invettiva ben farcita di parolacce per lo stronzo col SUV grigio targato Milano che m’ha fatto il contropelo mentre tornavo a casa e quasi m’ammazzava, il coglione. Poi ho pensato che prima o poi dovrà tornare a Milano, mentre io resterò qui a godermi il mare, ed allora ho pensato che per questa volta, più che le mie macumbe ci pensa la vita a punirlo.
Ineluttabilità del karma
Capita, nella vita, di sopravvalutare della gente, tra quella che incontriamo. Credere che sia migliore di quello che è, che sia leale, che sia sincera. E capita di sbagliarsi. Oh, se ci si sbaglia. Di buono c’è che gli errori di valutazione li fanno pure loro e troppo spesso pensano d’aver a che fare con persone tonte. E gli capita di sbagliarsi. Oh, se gli capita.
La cura del karma
Siccome ormai ce l’ho con l’universo creato e il livello di acidità è pure più alto di quello dello yogurt della Marcuzzi, volevo giusto sottolineare che non è che uno deve per forza esserti grato per tutta la vita se hai fatto qualcosa, ma il karma, quello almeno un po’ va curato, ecco. Non puoi solo prendere, sorry.
Il karma e la Spagna
L’altro giorno, a Roma, un ragazzetto turista spagnolo mi si è avvicinato e m’ha chiesto da accendere. Siccome c’aveva la faccia simpatica, gli ho regalato l’accendino. Mia cugina, che era con me, ha detto ma perché? Il perché è presto detto, perché ogni tanto bisogna riequilibrarlo il karma. Io ci son stata dodici giorni laggiù e me la son passata daddio e le persone m’hanno trattata daddio. Il tizio dell’ostello, a Sevilla, solo per aver detto che mi piaceva la corrida, è arrivato il giorno dopo con il calendario della temporada con tanto di prezzi e con la corrida di Uceda Leal ben evidenziata. A Granada un gruppo di ragazzi random con cui si parlava in un bar m’ha portata in giro per una sera intera come fossimo amici da vent’anni, a Sevilla la gente del bar dove andavo a ubriacarmi m’ha fatto una festa d’addio l’ultima sera che ero lì. A Málaga son riuscita a stare a un metro da uno dei toreri più importanti di Spagna. Bisogna curarlo, il karma, questo è.
La dura legge del karma
Così, come regola generale, eh, bisognerebbe far un po’ attenzione a trattar male le persone senza motivo, ché il mondo è tondo, ecco. E mica lo sai com’è che vanno le cose un po’ più avanti, ecco.