L’estate scorsa, nella casa qui di fronte, c’è stata per oltre un mese una coppia inglese. Sulla sessantina, sorridenti e silenziosi. Non so però se la casa sia loro o fossero solo in vacanza, sicché adesso che stamattina c’è qualcuno a fare le pulizie, sono un po’ preoccupata che al posto loro arrivino degli scalmanati a rovinare la dolcezza delle sere a maggio.
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Primavera non bussa, lei entra sicura
Negli ultimi due giorni è arrivato l’odore della primavera. Che non saprei spiegarlo, che odore ha la primavera, ma so per certo che è quello.
April is the cruellest month
Sere cunctatrix
Sono la dea della procrastinazione. Da più di un mese mi si è rotto il campanello, ma solo da due settimane ho chiamato l’elettricista. Appena ne passano un altro paio lo richiamo per sollecitare. Una regina del “lo faccio dopo”, che si tratti di metter via i panni asciutti o fare una telefonata. Adesso per esempio dovrei lavare i secchi della differenziata, che iniziano a diffondere la peste. Ma c’è un bel sole e preferisco controllare se le piante di fragola hanno messo delle foglie nuove. (Le fragole nella foto però, non sono le mie, ahimè).
Sono nata il ventuno a primavera
Ieri, senza pensarci che era il primo giorno di primavera, faceva un bel sole. Mi sono svegliata presto e sono andata a comprare le piantine nuove per l’ortobalcone. Le ho messe tutte a posto nei vasi, ne ho spostate altre di quelle vecchie e poi ho aperto una birra, ho preso un libro e mi sono seduta sulla poltrona al sole. Dopo, ieri sera, sono andata a vedere la mostra del mio amico. Ero contenta, perché fa dei quadri che mi piacciono moltissimo e sono stata ancora più contenta perché abbiamo fatto un giro della mostra insieme e me li ha spiegati tutti per bene. Poi sono andata dal capitano, abbiamo mangiato una grandissima bistecca e poi abbiamo guardato i programmi sugli alieni in televisione. Oggi è il secondo giorno di primavera e piove. Sono andata a controllare le piantine nuove, ma sembrano contente uguale.
Rumore di zagare
Io amo la primavera. Mi si sveglia tutto, c’è odore di zagara che tiri su a polmoni spalancati, le magliette sono leggere e colorate, il cielo è leggero e colorato, la tua testa è leggera e colorata. Ho voglia di fare, dire, baciare e voglia di dormire, voglia d’uscire ogni sera e far tardi, di immergermi in musica aspettando il primo tuffo ghiacciato, prima che il caldo dell’estate appassisca tutto, assopisca il mondo in un delirio di scirocco immobile.
Cotta (maledetta primavera!)
Ora, siccome illo non se la piglia se io dico queste cose, ché illo sta su un altro piano, ecco, volevo farvi sapere, giusto così, insomma, che c’è un ragazzo nuovo che mi piace. Ma un bel po’ mi piace. Però non vi dico altro, eh.
I love my shoes (più degli omini)
Ora, poi se proprio volete parliamo di feticismo, però, insomma, io c’ho questa malattia per le scarpe. Che amare le scarpe c’ha tutta una roba dietro, che non è semplicemente abbinarle coi vestiti. Cioè, le scarpe con l’umore s’abbinano. Ed allora, siccome ho deciso che è ora che arrivi la primavera, allora da oggi si riapre la stagione delle ballerine. Son cose serissime, che credete?
Primavera vien danzando…
E io ne sono terrorizzata. Ché se parte l’ormone in quarta, come sempre appena splende un po’ di sole, qua siamo nei guai. Che poi ieri sera già si sentivano odori di stagione nuova nell’aria. Ed è bastato quello per non farmi beccare un passo a flamenco. Ma lì poi c’è la componente genetica del piede de legno, ecco.