Oggi è giornata di pulizie. Quelle a fondo, quelle nei cassetti, quelle per rimuovere ricordi che è inutile stiano lì. Quelle nella testa, se avanza tempo, ma tanto lì pulito del tutto non è mai.
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Considerazioni sulla gente
C’è questa ragazza che conosco che è davvero carina, una bella ragazza. Solo che ogni volta che la guardo non posso fare a meno di pensare che, diavolo, da sempre l’idea di una che non si lava.
Evviva il lazzaretto
Da un po’ di giorni ho iniziato la raccolta piatti sporchi. Uno perché non c’ho voglia nemmeno di lavar le tazzine dopo aver fatto le super pulizie nel resto della casa, secondo perché il tecnico della lavastoviglie dice che deve andare, ogni tanto, sennò si impalla, e non si può disobbedire al tecnico della lavastoviglie. Solo che la lavastoviglie è per tipo dodici coperti e io sono una, piccola e molto spesso mangio sandwich perché mi pesa il culo a cucinare. Sicché adesso ho tipo una scommessa con me stessa, se scoppierà prima la peste nella lavastoviglie o riuscirò a riempirla. Son cose serie, che credete?
L’ordine è relativo
L’ordine sulla mia scrivania dura dalle tre alle ventiquattro ore. Un’ora dopo il passaggio dello straccio già ci son mollichine di cenere. Se son tornata da poco ci sarà almeno un paio d’orecchini tolti in tutta fretta nella via lungo il punkabbestismo casalingo. Poi arriva la prima tazzina da caffè vuota. Ed altra cenere. Altra tazzina. Ancora cenere. Poi magari è l’ora di bere una birra. La bottiglia resterà a campeggiare per un po’ prima di prendere la strada del cesto del vetro. Cenere, cenere, cenere. Fogli d’appunti sparsi o numeri di telefono diosolosa di chi. Altri orecchini. E io ci rinuncio.