Lettera al mio vicino

Lettera al mio vicino

Caro vicino, io mi rendo conto che avere tre figli non deve essere facile. Che lo stress, probabilmente è molto forte, che lei è stanco e tutto il resto. Ci sono però, delle cose che devo dirle. Intanto non ho scelto io di vivere vicino a lei ed alla sua deliziosa famiglia. Mio malgrado, dopo un quarto di secolo di vita tranquilla, mi son ritrovata a vivere ad una distanza sin troppo piccola da lei e dai suoi orrendi congiunti. Di certo, non le ho detto io di fare tre figli. Se  avessi sentito questa impellente esigenza di vivere a stretto contatto con dei bambini, probabilmente ne avrei fatti di miei. Ma così non è. A uno come lei, nonché alla sua…ehm…signora, oltretutto, io avrei raccomandato caldamente di non riprodursi. Non perpetuare la specie, nel suo caso, sarebbe stato un grande favore all’umanità. Ed a me, s’intende. Purtroppo, per quello, siamo ormai in ritardo e non si può più far nulla. Quello che però lei e la sua famiglia può fare, per dirlo in un linguaggio che lei è in grado di capire, visto che è l’unico che le abbia mai sentito usare, è non rompermi i coglioni. Se il suo figlio minore piange a squarciagola ininterrottamente, io provo umana pietà per i primi dieci secondi. Dopo provo l’istinto di mandarle gli assistenti sociali e vedere perché questo ragazzino non smette di piangere proprio mai. Se lei di domenica mattina urla a un altro dei suoi figli “Porcoddio, ti devi alzare!” e fa svegliare me di soprassalto, ad un orario tra l’altro per me non accettabile, è molto probabile che lei presto si troverà a fare una conoscenza più approfondita dei carabinieri della locale stazione. Glielo dico perché credo che sia gentile avvertirla, ma immagino che lei difficilmente leggerà questa mia. In ogni caso, spero fortemente che valuti l’idea di un trasloco, possibilmente lontano dal consesso civile, visto che a quanto ho potuto vedere, di civile, lei ha ben poco. Cordialmente, la sua dirimpettaia.

Comments are closed.