Ho perso la pazienza

Ho perso la pazienza

Quest’anno non sono andata al mare nemmeno una volta. Un po’ perché ho lavorato tanto e in orari balordi e un po’ perché mi sono accorta che mi manca la pazienza per sopportare tutte quelle cose che fino a poco tempo fa consideravo moleste sì, ma pittoresche. Bambini schiamazzanti, trichechi, famiglie con la teglia di lasagne (o che friggono le cotolette su un fornello da campo poggiato nel portabagagli della macchina), caldo atroce sotto il sole e acqua che ha la temperatura e l’odore della pipì. Niente, non le reggo più queste cose. Domenica scorsa ho portato un libro al mio bar preferito in piazza e sono stata lì a bere un paio di birre fino a ora di pranzo, poi sono tornata a casa e mi sono accucciata nel fresco del ventilatore e delle persiane chiuse. Oggi probabilmente farò la stessa cosa e alla fine della giornata metto una crocetta sul calendario dei giorni che mancano alla fine di quest’incubo chiamato estate. Tanto, dell’estate, l’unica cosa che salverei è che il capitano va a pesca e poi ci mettiamo sul terrazzo e facciamo il pesce sul barbecue. Per quello però la pazienza ce l’ho.

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