Maestra, mi scappa la pipì

Maestra, mi scappa la pipì

Al secondo cicchetto di Cointreau, ieri sera, l’ansia da palcoscenico me la son bevuta. Quello che non avevo calcolato, però, era l’orda di bambine ballerine. Loro sono bambine piccole piccole e tu sei un’adulta. Non importa se hai sedici anni o sessanta, per loro sei grande. E siccome sei grande, ad un certo punto sei l’autorità nonché un surrogato di mamma. Sicché, a un certo punto una bambina minuscola, con una frangetta minuscola e un costumello  minuscolo da charleston s’avvicina e fa “Mi scappa la pipì”. Io mi guardo intorno sperando d’appiopparla a qualcun altro. Nessuno. Ok, bambina, puoi resistere? Dai bambina, tra poco c’è il tuo balletto, resisti. Intanto mi guardo intorno cercando soccorso. Dopo due minuti, bambina con frangetta ritorna “Mi scappa la pipì”. La mando dalla maestra che mi fa “Accompagnala tu”. Io? Portare bambina al bagno? Perché io? Accompagnarla significa togliere alla bambina il costumello charleston che le è stato quasi incollato addosso, mentre sguscia perché sta per farsela addosso, riuscirci miracolosamente, aspettare la pipì e poi incollarle di nuovo addosso il costumello mentre sguscia perché è quasi arrivato il suo balletto. Poi uno ti chiede pure perché non ti piacciono i bambini.

Comments are closed.