La saggezza dell’amore

La saggezza dell’amore

Iniziano quando sei piccolo a spiegarti come, secondo loro, è. Con la saggezza banale di chi non s’è mai sentito il sangue che va così forte che sembra spaccare tutto ti spiegano, scientifici, razionali come chi ti elenca i sintomi di una malattia mortale, com’è che funziona l’amore. Le regole. L’elastico strettissimo dell’età, quello prima di tutti, poi le regole delle cose che bisogna avere in comune. Tutto dev’essere in comune. I gusti, i pensieri, l’amore in quello che si vuol fare. Tempi e modi incastrati e delineati come gli orari dei voli su un aeroporto internazionale. E tu ci credi. Pensi che funzioni così, per davvero. Pensi che siccome non hai mai seguito le regole e ti sei affidata a quel sangue violento che correva, allora è stato per quello che hai affrontato naufragi su naufragi. Ed allora, per paura di naufragare di nuovo ed affogare dici che forse è il momento di seguire le regole. E l’errore, stavolta, è quello. Proprio quello. E mentre affondi pensi che sei diventata saggia tu, questa volta, saggia di altre regole. Che non c’è bisogno di ascoltare la stessa musica, leggere gli stessi libri, fare le stesse cose, perché se fossimo tutti uguali, a seguire gli stessi passi sulle stesse strade, senza sentieri privati, non ci arricchiremmo dell’essere diversi, non impareremmo che si possono apprezzare cose a cui non avremmo mai nemmeno pensato. Il guaio è che mentre lo capisci, è il momento più inutile per farlo. Hai perso. Sei persa. Ed essere saggia anche tu, quello no, non ti serve a nulla.

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