L’ordine è relativo

L’ordine è relativo

L’ordine sulla mia scrivania dura dalle tre alle ventiquattro ore. Un’ora dopo il passaggio dello straccio già ci son mollichine di cenere. Se son tornata da poco ci sarà almeno un paio d’orecchini tolti in tutta fretta nella via lungo il punkabbestismo casalingo.  Poi arriva la prima tazzina da caffè vuota. Ed altra cenere. Altra tazzina. Ancora cenere. Poi magari è l’ora di bere una birra. La bottiglia resterà a campeggiare per un po’ prima di prendere la strada del cesto del vetro. Cenere, cenere, cenere. Fogli d’appunti sparsi o numeri di telefono diosolosa di chi.  Altri orecchini. E io ci rinuncio.

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