Nella scala c’è una grande finestra. Non solo è una finestra brutta di vetro e alluminio come si usava, ma vetro e temperature/sole del paesello non vanno d’accordo. Per sopravvivere, ci ho messo delle tende e il capitano m’ha messo i ganci svedesi con il cavo per tenerle su. Solo che erano su da un sacco e bisognava proprio lavarle. Smonto i ganci, smonto le tende, lavo le tende, le rimon… No. Il gancio s’è incriccato e adesso non si svita più. Interviene il deus ex machina sotto forma di capitano. Si porta via il gancio, lo scricca e me lo riporta. Ok. Mettiamo su le tende. No. Il cavo che si infilava nel gancio, adesso non ci entra più. Era arrotolato e con tutti i monta smonta non ci passa più. Prendi la pinza. Niente. Proviamo con la chiave inglese. Niente. Arrotoliamoci intorno un po’ di nastro isolante. Niente. Tagliamo la parte finale e i fili random. Niente. Alla fine, dunque, niente. Non avrò mai più delle tende nella scala, porterà le uova davanti alla finestra e lascerò che si friggano senza fare sforzi.
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Sei più carina quando ridi che quando piangi
Tivvù accesa, pubblicità di una (inutilissima) acqua micellare.
– Bugiardi! Questa roba non serve a niente, il trucco non lo toglie!
– Bah, io non capisco la necessità di truccarsi, in ogni caso.
– Ma scherzi? Già la natura con me non è stata generosa, se non mi trucco è la fine.
– Secondo me sei più brutta, quando ti trucchi.
– Ah. Forse volevi dire che sono più carina senza trucco?
– Sì sì, quello. Sei più carina senza trucco.
I complimenti – specie quelli spontanei – sono sempre una bella soddisfazione.
Piano fallito
Quindi insomma, mentre il capitano è via posso dedicarmi al mio sport preferito: chilometro lanciato letto-divano con accompagnamento di pelosi, programmi di dubbio gusto su Cielo, cibo che non necessita di più di dieci minuti di cottura (con predilezione particolare per insalate e/o panini) e pigiama ai limiti della decenza. Il piano era perfetto. Poi mi sono ricordata che di mezzo ci sono le feste.
Un bel dì vedremo
Arrivo a casa, accendo la tivvù e c’è “Madama Butterfly”.
– Hai studiato? fa il capitano.
Sì sì, dico io, ho studiato. Ed è vero. Ho letto bene la trama e il libretto e sono prontissima. Talmente pronta che per tutto il secondo atto ho urlato parolacce a Pinkerton.
Think pink
– Ma sei venuta già in pigiama?
Maledetta maglietta rosa.
Vieni a giocare con noi
– Ma hai visto che carine quelle bambine? Hanno anche i vestitini uguali!
– Ti prego, andiamo via. Mi sembrano le gemelle di Shining.
L’amore è…
– E quando sarai vecchio, molto vecchio, ci sposiamo. Così mi prendo la reversibilità della pensione.
– …
Marilyn
– Ma mi hai preso Chanel n°5! Grazie, sai che lo volevo!
– Eh, sì.
– Adesso sono proprio come Marilyn!
Però è stato buono e non ha detto nulla, eh.
Marchesato di Serenopoli
Ieri sera il capitano mi ha rimproverata perché dice che pretendo che il mondo sia a mia immagine e somiglianza e che forse dovrei ridimensionare il mio ego. Gli ho risposto che era nel Marchesato di Serenopoli e quindi si fa come dico io. Abbiamo riso per dieci minuti.
Spiegazioni
Come si spiega al capitano che il pesce che ha pescato lui ha un sapore buonissimo anche se si è bruciacchiato sulla brace, solo perché lo ha pescato lui?