Tag Archives: cose buffe

Impermeabile

Impermeabile

Il capitano, lui ha fatto le barricate, ha vissuto un sacco di robe eccitanti e fichissime, ha avuto donne da paura, si è imbarcato su un cargo battente bandiera liberiana (non davvero, ma rende l’idea) e ne ha viste di ogni. Non si spaventa di nulla, lui. Ma se dico che conservo la pizza avanzata e la mangio fredda per pranzo, mi guarda con la stessa faccia di una scolaretta del collegio di suore che si trova davanti il maniaco con l’impermeabile.

Sì, sono una sbruffona

Sì, sono una sbruffona

Vi ricordate la storia della salsetta piccante? Ieri sera siamo andati a mangiare al ristorante messicano con alcuni degli amici che c’erano pure quella sera ed avevano assistito alla mia eroica impresa, sicché, per associazione di piccantezza, m’hanno detto, oh, ma ti ricordi quando hai fatto la sfida? Certo che me lo ricordo, ho detto io. Solo che io ero convinta che quella salsetta fosse fatta di malvagi peperoncini calabri o roba del genere, invece ieri sera m’hanno spiegato che quella salsetta la fanno con un peperoncino messicano che è classificato tipo il più piccante del mondo. E io l’ho mangiato spalmato sul pane. A volte mi faccio paura.

And the Oscar goes to…

And the Oscar goes to…

Quando vado in un posto che vorrei entrare là dentro e fare una scena di mazzate tipo Matrix e poi invece tiro fuori il sorriso più lucido e paraculo che mi riesca  e la vocetta gentile da coniglietto, quando esco, poi m’aspetto sempre che mi ritrovo davanti tutto il pubblico che batte le mani mentre mi consegnano l’Oscar.

Nureyev, se ci sei batti un colpo…

Nureyev, se ci sei batti un colpo…

Allora, ogni tanto capita che la sottoscritta si lasci coinvolgere in cose tipo presentare uno spettacolo nell’anfiteatro romano. Ché va bene che ho notoriamente la faccia di merda bronzo, però a me, ‘ste cose, un po’ me la fanno far sotto, ecco. Poi ci si consola, se tipo il fratello e l’amico, che di danza ne sanno quanto un comodino Luigi XV, sono stati coinvolti pure loro, ma per fare il charleston. Che ve lo dico a fare? Certe cose senza prezzo, sono.

Maestra, mi scappa la pipì

Maestra, mi scappa la pipì

Al secondo cicchetto di Cointreau, ieri sera, l’ansia da palcoscenico me la son bevuta. Quello che non avevo calcolato, però, era l’orda di bambine ballerine. Loro sono bambine piccole piccole e tu sei un’adulta. Non importa se hai sedici anni o sessanta, per loro sei grande. E siccome sei grande, ad un certo punto sei l’autorità nonché un surrogato di mamma. Sicché, a un certo punto una bambina minuscola, con una frangetta minuscola e un costumello  minuscolo da charleston s’avvicina e fa “Mi scappa la pipì”. Io mi guardo intorno sperando d’appiopparla a qualcun altro. Nessuno. Ok, bambina, puoi resistere? Dai bambina, tra poco c’è il tuo balletto, resisti. Intanto mi guardo intorno cercando soccorso. Dopo due minuti, bambina con frangetta ritorna “Mi scappa la pipì”. La mando dalla maestra che mi fa “Accompagnala tu”. Io? Portare bambina al bagno? Perché io? Accompagnarla significa togliere alla bambina il costumello charleston che le è stato quasi incollato addosso, mentre sguscia perché sta per farsela addosso, riuscirci miracolosamente, aspettare la pipì e poi incollarle di nuovo addosso il costumello mentre sguscia perché è quasi arrivato il suo balletto. Poi uno ti chiede pure perché non ti piacciono i bambini.