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Una faccia enorme

Una faccia enorme

Stamattina, mentre aspettavo, sono andata al bar a prendere il caffè. Accanto a me c’era una ragazza. Mi son voltata verso di lei, l’ho guardata e mi son subito voltata dall’altra parte con un’espressione pure un po’ buffa, mi sa. Aveva la faccia enorme. Vi giuro, enorme. Un faccione enorme su cui c’erano due occhi grandissimi, un naso gigantesco e una bocca tipo lupo di Cappuccetto Rosso. Guardate che non era brutta, eh. Solo aveva questa faccia enorme. Non era, chessoio, alta due metri e con la faccia in proporzione, o grassa. Era una ragazza normale, di altezza normale, peso normale, ma con una faccia enorme. Allora ho bevuto presto il caffè e sono andata via, ché vi giuro, m’ha fatto impressione.

Vietato arrampicarsi sugli scaffali

Vietato arrampicarsi sugli scaffali

Che poi, a pomeriggio, mentre con l’amichetta facevamo queste cose da femmine, siamo state in due negozi. Dove per la verità, non c’erano moltissimi clienti, ma quei pochi che c’erano ci son bastati per decidere che non potremmo mai fare le commesse. In uno di questi negozi, per la verità, a me è bastato un cartello che diceva “Vietato arrampicarsi sugli scaffali”.

Oh, ciao, come stai?

Oh, ciao, come stai?

Un po’ di tempo fa incontro una che è stata mia compagna di scuola. “Come stai?”. Non mi sono laureata, mi dice come primissima cosa, ma lavoro e blabla… Ok, dico io, va bene, no? Poi incontro un’altra mia compagna di scuola e parlando del liceo le dico, ma sai, ho incontrato quella nostra compagna di scuola. Ah sì, mi fa lei, pure io. M’ha detto che non si è laureata, ma lavora e blabla. Stesse, identiche parole. E io ho pensato che è un po’ triste che una c’abbia un discorsetto standard solo per rispondere a una domanda scema tipo “come stai?”.

La gente mi parla

La gente mi parla

Io c’ho questa che la gente mi parla. Non semplicemente mi rivolge la parola, che sarebbe normale. No, mi racconta cose personalissime con profusione di dettagli che io preferirei ignorare. Prendi la mamma vicina nuova. Io queste persone non so nemmeno come si chiamano, eppure la incontro ieri vicino al garage e mi racconta tutto del suo recente ricovero in ospedale. Cioè, a me bastava buongiorno, ecco.