Tag Archives: amici

My friends are getting married….

My friends are getting married….

A me ogni volta che m’arriva qualche amica o amico che si pianta davanti con quell’arietta di superiorità del tipo “io mi son sposato e te fai ancora la cazzona” mi viene in mente l’unico gruppo davvero geniale che esiste nel feisbuc, che è una roba che si chiama “my friends are getting married, I’m just getting drunk” e mi convinco, senza ombra di dubbio che quella che si diverte di più sono io.

A voi personcine speciali…

A voi personcine speciali…

Ma voi lo sapete quanto sono fortunata, io? Ho una vita che è un casino, ostacoli, complicazioni, sogni messi a dormire, delusioni. E poi, però, ho loro, ho questi amici qua che non sono solo amici, sono famiglia, scelta ed amata moltissimo. Amici che credono che possiamo ancora sognare, che possiamo sempre innamorarci, che cantano e c’hanno quello stesso lampo mio di follia buona, che non giudicano se la persona con cui sto ha venti o cinquant’anni finché mi vedono contenta di ciò che faccio, amici che mi nutrono di polpette, d’affetto, di risate e chitarre. E a me, in qualunque parte del mondo sia, son le persone che sempre mi mancano e sempre sono con me. Vi voglio bene, amici miei.

Evviva le fotine

Evviva le fotine

A me di solito le foto mi stanno antipatiche. img_0129Vengo fuori con la faccia da demente, il mio culo sembra sempre più grosso di quanto già non sia, insomma, mi stanno antipatiche le foto. Poi capita una sera che decidiamo di far festa per nessun motivo e quando si fa festa la Fra porta la macchinetta e comincia a scattare tutte le foto del mondo. E io, vi dirò, c’ho preso gusto.

Happy unbirthday

Happy unbirthday

Ieri sera la Fra m’ha portato il video del mio compleanno e siccome dovevamo aspettare, abbiamo deciso di guardarne un pezzettino. Ecco, io ho un sorriso da un orecchio all’altro, praticamente sempre. E un bicchiere di vino in mano, praticamente sempre. E credo che un po’ le due cose siano collegate, ecco.

I don’t ever wanna drink again

I don’t ever wanna drink again

Ecco, a questo punto dovrei dirvi che sono tanto hangover, che non toccherò mai più niente di alcolico, manco il collutorio, ecco. Però siccome non ci credete né voi né io, me la risparmio, ‘sta cosa ché tanto stasera si ricomincia. E poi, quando noi si fanno ‘ste robette con Marco che suona la chitarra e io, lui e la Fra vicini vicini, penso che poi vale pure la pena, svegliarsi con questo fegato inferocito.

L’importanza degli amici del cuore

L’importanza degli amici del cuore

A Marco io gli dico tutte le cose importanti. Gli dico anche una marea di cazzate, ma soprattutto gli dico le cose importanti. E allora ieri sono andata a raccontargli un po’ che mi succede e come sta girando la testolina. E Marco s’è messo a ridere come ride lui, che ride con gli occhietti, Marco e m’ha detto che è felice che noi tre, io lui e la Fra conserviamo ancora un po’ di quella sana follia, che ce la condividiamo, noi, quella sana follia, che il cervello ci gira più o meno uguale a noi, tre, per certe robe. E quando parlo con Marco, poi, tutto mi sembra possibile, come se il mondo fosse plasmabile perché me l’ha detto lui. Ed io, è inutile che ve lo dica, gli voglio un gran bene, a Marco.

Compromessi

Compromessi

Mentre meditavo su come conciliare la ferrea incrollabile volontà di restare in pigiama ad oltranza con la tristissima verità che le sigarette stanno per finire, è arrivato un messaggetto-caffè, sicché ho trovato il compromesso: mi libero del pigiama il tempo necessario al suddetto caffè nonché all’acquisto, abbondante, di sigarette e poi torno a casa e ripiombo nello zozzume weekendero. Mi sembra equo, no?

Il lavoro ai tempi del feisbuc

Il lavoro ai tempi del feisbuc

Quando sei sul feisbuc che cazzeggi, capita pure che leggi quelle robe che scrivono gli amici mentre sono al lavoro, che dovrebbero lavorare e invece scrivono sul feisbuc e te pensi, cavolo che figo, anche io lo voglio un lavoro così che poi posso scrivere sul feisbuc. Poi però leggi bene le cose che scrivono, magari che c’hanno il capo cattivo o i colleghi infami, o magari c’hanno i colleghi buoni e loro son infami. E oltre a ricrederti un po’ su quelli che pensavi che erano amici tuoi, pensi pure che se poi lavori e ti capita gente così, allora forse è meglio che continui ad essere disoccupata. Specie se stai sviluppando tecniche nel dirlo così avanzate che la gente si convince che lo fai per tua scelta e sei ricca come la Paris Hilton.