Tag Archives: uomini di pezza

Influenza suina

Influenza suina

Son sicura che già ne avevo parlato da qualche parte, ma tanto vale ribadire, ecco. Insomma, capita che su tutte ‘ste diavolerie tipo il feisbuc o il maispeis arrivano delle assolutamente random richieste di amicizia. Siccome, è risaputo, ho una memoria da criceto drogato, prima d’accettare vado a veder bene chi è che chiede, giusto per non rimbalzare qualcuno che conosco e che non mi viene in mente, ecco. E poi capitano questi personaggi strani che c’hanno i profili tappezzati da scosciatissime babes of the day che vengono cestinati e bloccati senza rimorso, mentre son lì con la fotina ammiccante che dicono “vuoi essere mia amica?”. Giusto per la teoria che principio sì giolivo ben conduce, ecco.

E mò so’ ca…

E mò so’ ca…

Avremmo potuto litigare per parecchi motivi. Magari perché sei un deficiente che crede di essere il dono di dio per le donne quando sei solo un nanerottolo coi capelli improbabili. Perché sei un montato maleducato, non necessariamente in quest’ordine. Perché non mi piaci nemmeno un po’. Hai scelto di parlare male della Brera, ora son cazzi tuoi.

Inutili machismi

Inutili machismi

Ieri sera eravamo a cena ed hanno portato una salsetta piccante. Guardate, hanno detto, questa salsetta è veramente piccante. Ok, ho detto, la voglio assaggiare. Si, ma non ce la fai, è davvero troppo piccante. Attenzione. Mai sfidare la sottoscritta. Io dico che ce la faccio. Ok, fa questo tizio che era a cena con noi, se la mangi tutta ti sposo. Tu cosa?  Sei davvero così sicuro che io voglia sposarmi? Con te, poi, piccolo sconosciuto maschilista? Non so, vuoi parlare con mio padre e vedere se ci mette pure un paio di cammelli?

E comunque la salsetta, che era davvero piccante da morire, l’ho mangiata tutta senza batter ciglio. Ma solo perché sono una donna d’onore. E poi non sopporto di perdere le sfide.

Basta chiedere…

Basta chiedere…

In realtà, a dispetto dell’embolo che ogni tanto minaccia di partire e scalda i motori, di solito mi sforzo di star calma. Non che mi riesca sempre, eh. Prendi l’altra sera, quando ero uscita con l’amichetta, mentre ci si districava nel fottio di gente nel posto dove eravamo, ho inavvertitamente urtato un tizio con una parte del corpo abbastanza morbida. Ho chiesto scusa d’averlo urtato e il porco, che io con i tacchi superavo di dieci centimetri – il che è tutto dire –  mi fa un sorriso bavoso e mi fa “ti prego, lo puoi rifare?”. Poi non è che vi dovete meravigliare se gli ho casualmente pestato i piedi nudi con i suddetti tacchi. Lui me l’ha chiesto.

La realtà che supera la fantasia

La realtà che supera la fantasia

Per un po’ di tempo c’era questa leggenducola metropolitana nota solo ai frequentatori di questo e altri giardini, nonché della sottoscritta giardiniera, secondo la quale io deridevo con dei raccontucoli chi aveva avuto la brillante idea di uscire con me e comportarsi male. Ora, questo è vero solo in parte. Solo in parte perché non sempre erano usciti con me, a volte erano usciti con qualche mia amica e io poi avevo riciclato la storia mettendoci il carrico da undici. Tra tutti questi bei tomi, però, ce n’era uno con cui c’ero proprio uscita io sul serio, ed era tra quelli che avevo deriso con gran gusto perché, dopo essersi ubriacato con un bicchiere sciacquato col mojito, si era comportato in maniera così idiota che deriderlo era assolutamente obbligatorio. Non solo. Si era davvero comportato in maniera talmente stupida, che l’amichetta, a sentir la storia, s’era fatta delle grasse risate e aveva riciclato lei, la storia, mettendoci il carrico da undici. Proprio ieri, però, mi capita di incontrare delle persone che questo tizio qui lo conoscon bene e mi raccontano su di lui delle cose, che non solo l’amichetta senza conoscerlo ha inquadrato il personaggio in maniera divina, ma potevamo anche non scriverci niente, né infierire, ché davvero questo qui è uno di quelli che saranno chi saranno, ma sfigati rimangono.