Oggi al mare parlavo con un amico di una persona con cui a volte entrambi lavoriamo e la cosa che mi ha sorpresa è che entrambi abbiamo detto “e poi è uno che paga” come se fosse una cosa eccezionale e non la normalità, assoluta banalissima normalità di quando si fa un lavoro.
Tag Archives: gente
Considerazioni sulla gente
C’è questa ragazza che conosco che è davvero carina, una bella ragazza. Solo che ogni volta che la guardo non posso fare a meno di pensare che, diavolo, da sempre l’idea di una che non si lava.
Ritmi
Ieri ero al mare con le cuffiette che ascoltavo non mi ricordo cosa e col piede stavo tenendo il ritmo. Vicino a me c’era un ragazzo che leggeva un libro e a un certo punto mi son accorta che scorreva le righe con la testa allo stesso ritmo del mio piede.
Al **** si può!
Me ne vado a far la spesa nel mio supermercato preferito. C’ho la mia sportina, la lista della roba da comprare (sennò pure il pane, mi dimentico) e son lì che tanto so dove son le cose e ci metto tre minuti a prender tutto. Nel frattempo, mi deliziano padre con due figlie del tutto incapaci di dire anche solo mezza parola in italiano ( se faranno le insegnanti, saranno contenti questi qua ), gruppo di turisti veneti che c’han da dire su tutto (cazzo, è il Lidl, sono uguali ovunque, a Londra, Venezia e qua) e bambino in fase perché che è riuscito a convincermi del tutto a non volere mai e poi mai e dico mai, figli. Tutto questo solo facendo la spesa. Sul tizio alla cassa sorvolo. Un calcio negli stinchi è più simpatico. Vabbè.
L’euro del Titanic
Ieri ero a far la spesa ed ero dal fruttarolo. Prendo quello che devo prendere e vado a pagare. Tiro fuori un euro che sopra c’aveva tutta una roba verde. Che io nemmeno m’ero accorta che era così e anche se mi fossi accorta, boh, era solo una monetina, non la devo mica mangiare. La signora fruttarola, però, l’euro ripescato da chissà dove non lo vuole. “Non me lo prendo, sai, figlia mia”. Va bene, cambiami venti per il fottuto euro e cinquanta che ti devo. Alla fine mi son ripreso il mio euro sottomarino e sono andata a fare altra spesa. Al supermercato la cassiera se l’è preso senza nemmeno guardarlo e a me un po’ m’è dispiaciuto, che già gli avevo dato un nome, l’avevo chiamato l’euro del Titanic.
Black and white
Al paesello, d’estate, arrivano un sacco di tizi tipo slavi, africani e non so che altro per la raccolta delle angurie. Ed allora ieri, ero a far la spesa e c’erano tre tizi che facevano la spesa pure loro. Che qui li guardano tutti un po’ strani, come se fossero arrivati chessoio, gli alieni. Io mi sa che sono alieni gentili, però, perché poi quando sono uscita loro erano ancora nel parcheggio che avevano comprato il latte e lo davano a un micetto piccolo piccolissimo. Bianco e nero.
Tu hai diciott’anni e io no (per fortuna)
– Certo che la scelta della facoltà è difficilissima. Però penso che sceglierò giurisprudenza. Gli avvocati guadagnano molto, sai?
– Ma non mi dire.
Ti presento….
Ci son delle persone che tu appena le conosci pensi che vogliano fare tipo i provoloni, poi però capisci subito che non è così, che son persone che t’han vista e gli stai simpatica e che c’hanno proprio bisogno di dimostrartelo che gli stai simpatica. Che a me mi sta pure bene, ‘sta cosa, però se cercano di farmi fidanzare a tutti i costi col figlio, nipote, cugino, amico e/o parente, un po’ mi scoccia, ecco.
La violenza necessaria
Diceva Gabriele a pomeriggio “te ogni tanto odi qualcuno e lo scrivi nel giardino”. Ecco, dicevo io, odiare è una parola grossa che riserverei solo a cani e bambini, però ci son delle persone, certe volte, che mi fan partire l’embolo ed allora o vado lì con la katana e faccio come la Beatrix Kiddo o scrivo due righe nel giardino e vedo se me la faccio passare. Ciò non toglie, giusto per chiarire, che se mi becco davanti la tipetta di cui si parlava più giù, fo un casino comunque.
La persecuzione dei regazzini
Ieri sera incontro una tipa che non vedevo da tanto. Ci salutiamo, cosa fai adesso? Adesso, dice lei, faccio la mamma. Pure te?! m’è scappato. E lei con un sorriso enorme, mi fa “perché, anche tu?”. Io credo di essere diventata viola, in quel momento.